Sappiamo gustarci il piacere?

Mai nella storia si sono inventati tanti strumenti per soddisfare il piacere, la televisione ne è l’esempio più universale.

L’industria dello sport, dello spettacolo, delle crociere e viaggi, droghe, sessualità da diporto ecc. gira a pieno regime.

Tecnologia ovunque per la felicità, totale, immediata, facile da raggiungere e teoricamente compatibile con la pigrizia e il dolce far niente.

La logica della fabbrica sembra essere:

-la felicità e il denaro non sono separabili

-la comodità e il piacere fisico bastano

– l’amore è una semplice funzione fisiologica

I legami generici dell’apparire, prendono, nel mercato il sopravvento, rispetto alla famiglia, alle relazioni amicali, alla sensibilità individuale.

La tecnologia mercantile distrugge ogni forma d’amore, d’erotismo, d’amicizia e del piacere della contemplazione della bellezza della vita.

La sessualità tecnicizzata diventa la speranza per molti.

La tecnologia svolge il ruolo di produzione del piacere, trascinandoci nella miseria emotiva, dubitando della nostra capacità di provare piacere.

Questi piaceri tecnologici, come già detto a pagamento, riescono a scacciare il dispiace, la tristezza, il dolore della nostra vita?

Gustare il piacere è un’altra cosa.

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